domenica 13 marzo 2011

Alì

C’era una volta una farfalla con le ali spezzate. Invece di volare saltellava qua e là in terra rischiando sempre di venire schiacciata dagli altri animali.
Oh che buffa bestiola!” le disse la cicala “Oh chi tu sei bestiola?”
Sono Armanda, la farfalla!” le rispondeva.
Oh che tu dici bischera? Una farfalla? Ma le farfalle volano!” diceva incuriosita la cicala volandole sopra la testa.
E io no!” rispondeva la farfallina con le ali mozze “perché? E’ obbligatorio?”
Non è obbligatorio volare!” affermò piccata la cicala “vedi? Il verme non vola! Ma tu, per essere una farfalla, devi volare! E’ obbligatorio!”
La cicala se ne andò tutta impettita con un sedere così dritto che sembrava uno scorpione.
La piccola farfalla ci rimase molto male. Un giorno andò al convegno delle farfalle. C’era un bel farfallone biondo scuro che nell’arte oratoria non era certamente l’ultimo arrivato. Stava dicendo: “Noi …”pausa a effetto “… dobbiamo ampliare i nostri orizzonti,…” altra pausa a effetto “…noi dobbiamo uscire dal nostro piccolo mondo…Noi…” pausa con sospiro “… dobbiamo… volare alto!”
La povera farfallina non riuscì a trattenersi e scoppiò in lacrime.
Un giorno partecipò a un concorso.
Dunque, vediamo…” diceva il presentatore “cosa sa fare questa farfallina?”
Beh, io…” rispondeva timida “so saltare!”
Sa saltare! Saltare!” diceva trattenendo a stento una risata.
Buuuuu!” gridava qualcuno del pubblico.
Il concorso fu vinto da una farfalla che non volava nemmeno tanto alto.
Quella… quella è raccomandata!” asseriva il lombrico che non vedeva e non sentiva ma lo sapeva lo stesso.
Alla farfalla salterina non dispiacque troppo di non aver vinto il concorso. Era stata molto contenta di partecipare e non le sarebbe importato nulla della vittoria della farfalla raccomandata, ma il lombrico tanto fece e tanto disse che le fece venire la depressione.
E come se non bastasse, tutti i negozi e le case erano messi molto in alto, così ci si poteva arrivare soltanto in volo, con grande disagio di tutti gli animali che non avevano le ali.
Insomma la sua non era certo una vita facile.
Un giorno la farfalla salterina prese tutto il suo coraggio e, saltellando raggiunse un posto un po’ più alto del solito e chiamò a raccolta tutti i suoi compagni.
In poco tempo lo spazio fu gremito di farfalle multicolori, con bellissime ali che sembravano avere gli occhi. La farfallina rimase incantata a guardarle. Non provava invidia, era felice di vedere le sue compagne così belle.
Sentite un po’ tutti quanti!” li apostrofò “non credete che bisogna costruire un mondo più a misura di tutti? Non pensate che bisogna pensare anche a chi non vola?”
Gli animaletti rimasero di sasso. Per loro la farfallina era sì strana, ma non avevano considerato le difficoltà che poteva aver avuto in quel mondo di esseri volanti. Le volevano bene così com’era, tanto che non si erano accorti che era diversa e che la sua diversità aveva bisogno di essere considerata.
Sembravano aver riconosciuto l’errore, ma quando la riunione si sciolse tornarono tutti alle proprie case e tutto rimase come prima.
Armanda non si perse d’animo e decise di giocare d’astuzia.
Invitò tutti i compagni a casa sua, una casa che altro non era se non una buca in terra. Le belle farfalle sue compagne notarono con curiosità che Armanda aveva legato alcune corolle dei fiori in modo che scendessero fin quasi in terra e notarono anche che tutto nella piccola cucina della farfallina dalle ali spezzate, era alla sua altezza.
Nel suo ambiente Armanda non aveva nessun problema e preparò un bel pranzetto, insomma, non le mancava proprio niente.
Le sue compagne compresero finalmente che non è importante quello che possiamo o non possiamo fare, l’importante è saper usare il cervello per poter fare quello che vogliamo senza troppo faticare, qualsiasi sia la nostra condizione fisica.
Solo gli altri animaletti non capirono del tutto, tranne qualche mente illuminata, così c’era ancora chi rideva o chi si girava dall’altra parte quando Armanda passava saltellando tutta contenta.
Beh?” diceva Ardesia, la sua amica del cuore, “che avete da ridere? Volare non è mica obbligatorio!”
Hai ragione!” le rispondeva Armanda, “migliorare è obbligatorio!”

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